Curiosità sul tartufo bianco di Alba

Dai più costosi ai più grossi della storia, fino ai consigli sulla consumazione e sulla conservazione, scopriamo assieme una serie di interessanti curiosità sul tartufo bianco di Alba.

Ma il tartufo bianco di Alba è davvero bianco?

Il tartufo bianco di Alba viene definito come un vero e proprio “oro bianco” in quanto è tra le specie più pregiate. È il più raro, il più prelibato ed anche quello più costoso grazie al sapore unico nel suo genere. Le sue caratteristiche sono ben conosciute in tutto il mondo, ma dietro al tartufo bianco di Alba si celano tantissime curiosità. La prima è una domanda che spesso ci si chiede, soprattutto se non si è esperti: ma è davvero bianco? In realtà la sua superficie è leggermente vellutata ed è di un colore che va dai toni del crema chiaro sino al giallo ocra. All’interno, invece, la sua polpa varia da bianco crema a giallastra con diverse sfumature in base al grado di maturazione, al tipo di suolo ed alla pianta con cui vive in simbiosi.

I record del tartufo bianco di Alba

Ovviamente in questa panoramica non possono mancare alcuni dei record del tartufo bianco di Alba. Quello più imponente è stato trovato da Arturo Gallerini nel 1951. Pesava ben 2.250 kg ed aveva un valore di 75.000 lire. Per questo motivo è stato regalato ad un uomo autorevole come il Presidente degli Stati Uniti Harry Truman. In seconda battuta abbiamo il tartufo scoperto da Mauro del Greco, dal peso di 2 chili e 10 grammi. Non possiamo dimenticare nemmeno un altro record del tartufo bianco di Alba, quello stabilito da uno trovato in Umbria nel 2014. Pesava 1.890 kg ed è stato battuto all’asta per circa 50.000 dollari. Infine non può mancare il tartufo bianco più costoso, venduto presso il castello di Grinzane Cavour ad acquirenti di Hong Kong. Volete sapere quanto hanno sborsato per un pezzo di 900 grammi? Ben 100.000 euro.

Come servire il tartufo d’Alba

Ovviamente non possiamo concludere in altro modo che parlare del tartufo in tavola. Consumare il tartufo d’Alba crudo su pietanze calde è il modo migliore per permettergli di sprigionare il suo aroma naturale senza mascherarlo. Per quanto riguarda invece gli abbinamenti, quelli più semplici sono quelli più efficaci. Sul vino invece non c’è dubbio: il tartufo d’Alba è perfetto con il rosso Nebbiolo nelle sue vesti più nobili: Barolo, Gattinara, Barbaresco e Ghemme.